8 agosto 2007

wanna sniff some glue?

Il punk è stato un fenomeno culturale complesso e ricchissimo, molto più di quanto si sia portati a immaginare. L'avvio della rivoluzione punk si fa tradizionalmente coincidere con l'uscita di Never Mind the Bollocks dei Sex Pistols nel 1977, ma da un punto di vista discografico era iniziata almeno un anno prima, quel 1976 che negli Stati Uniti vedeva l'uscita dell'album omonimo dei Ramones e nel Regno Unito un'esplosione di singoli ed ep autoprodotti e con nessuna ambizione se non quella di "esserci". Quello che può essere considerato il periodo "classico" del punk si è praticamente bruciato nell'arco del biennio 76/77, sebbene musicalmente traesse ispirazione da un filone inaugurato dagli Stooges addirittura nel '69, e protratto fino ai giorni nostri attraverso mille sotto-filoni e ramificazioni (hardcore, oi, psychobilly...).
Il punk è stato un fenomeno musicale ma anche, come si diceva, culturale nel senso più ampio. Dall'abbigliamento alla visione politica, si trattava di una controcultura che aveva nei suoi principali antagonisti il barocchismo del rock progressivo e la fuga dalla realtà della cultura hippy, e che traeva il suo humus più fertile nella disoccupazione generalizzata e nelle pessime condizioni di vita della classe operaia sul finire degli anni '70.
Non stupisce dunque che il punk sia stato anche fatto di parole, mai come prima nella storia della musica popolare; e lo testimoniano sia l'importanza attribuita ai testi, sia il sorgere come funghi di fanzine che testimoniavano un fermento ed una discussione continua attorno al ruolo dei gruppi, alla loro "fedeltà alla linea", all'importanza di certi slogan. La più famosa di queste fanzine è stata sicuramente Sniffin' Glue, un piccolo periodico scritto un po' a mano e un po' ciclostilato, stampato su fogli A4 fotocopiati, con fotografie ritagliate da giornali ma a volte originali, che proprio nel biennio 76/77 ha seguito la nascita del movimento e i primi passi di gruppi come Clash, Ramones, Damned, Sex Pistols, Buzzcocks, Saints, e decine di altri.
Il padre di Sniffin' Glue fu Mark P. (Mark Perry), leader degli Alternative TV, e proprio lui fu il primo a stupirsi del successo della fanzine e del passaggio dalle poche decine di copie alla circolazione in migliaia di esemplari. Un successo che, come per ogni vero successo punk, non poteva durare a lungo. La fanzine si fermò al numero 12 e i componenti della "redazione" presero ognuno la propria strada, dopo aver partecipato a scrivere la storia del punk in diretta e dall'interno.
Oggi che si parla di trentennale (anche se, come già detto, siamo almeno a 31 anni dall'inizio della storia) mi sembra giusto parlarvi di tutto ciò, anche perchè mi è capitato tra le mani un prezioso volume, del quale conoscevo l'esistenza ma che non avevo ancora mai visto in Italia.
Il libro si chiama "Sniffin' Glue - The Essential Punk Accessory", è uscito nel 2000 ed è stato curato con l'assistenza di Mark Perry. La cosa davvero straordinaria del libro - che è in Inglese, quindi siete avvisati - è che non solo racconta la storia della fanzine con più di 100 pagine di interviste e fotografie, ma contiene - udite, udite - la riproduzione di tutti i numeri originali.
Io l'ho trovato in un negozio Mondadori in offerta a 9,99 €. Forse fate ancora in tempo...
La lettura è consigliatissima anche per le sorprese che può riservare. Ad esempio, la recensione dei Blue Oyster Cult nel primo numero, oppure il fatto che il termine new wave venga di continuo utilizzato come sinonimo di punk.
Un'avvertenza: la rilegatura del volume è davvero pessima e le 139 pagine a colori vengono via una ad una senza pietà. Pare che la colla utilizzata fosse davvero poca. Dopotutto, cosa potevo aspettarmi da un libro su una fanzine punk che si chiama "sniffare colla"?